Composizione fotografica.
Le mani.
Vi dicevo qui che le regole di composizione non sono vere regole, ma suggerimenti.
Ecco, quella che affrontiamo qui non è nemmeno una regola, tant’è che non ha neanche un nome. Non la troverete in nessuna lista di consigli di composizione, ma credo sia molto più importante di “tenere dritto l’orizzonte” e altri consigli simili.
Le mani sono una parte fondamentale di ciò che ci caratterizza come esseri umani. Le usiamo per manipolare il mondo, toccare gli altri, manifestare le nostre emozioni oltre le parole.
Per questo è fondamentale prestare molta attenzione a come ritraiamo le mani di un soggetto. Non solo per evitare di lasciarle penzoloni, due ridicole appendici abbandonate nel vuoto, ma per aiutarci a trasmettere intenzionalità e aggiungere significato.
Guardate l’immagine sopra, della fotografa Andrea Modica, tratta dalla raccolta Lentini. Il corpo del soggetto non c’è, abbiamo solamente la sua mano che ruba un assaggio di panna dal vassoio di dolci. Eppure la sua posa, unita ai pochi altri dettagli, è sufficiente ad evocare delle sensazioni, delle associazioni, a suggerire una scena.
Vi mostro alcune fotografie di Irving Penn, a cominciare da alcune con cui ritrasse il musicista Miles Davis.
Notate come le mani sono protagoniste, in maniera diversa, di entrambi i ritratti. Lo stesso vale per molte altre opere di Irving Penn.
Un altro granissimo esempio dell’importanza di dare il giusto ruolo alle mani ce lo dà Larry Fink, in un contesto più spontaneo: le feste.
Come vedete, le mani possono trasmettere molte emozioni: amore, tensione, pigrizia, gioia, vicinanza. Se non avete una buona ragione, non lasciatele inerti e inespressive, sfruttatele. E non abbiate paura di avvicinarvi, di escludere il resto della scena: a volte le mani sono sufficienti per raccontare tutto.